Che la comunicazione politica sia uno dei settori più complicati è cosa nota. Che per farla però spesso di ricorra al pressapochismo o all’improvvisazione sta purtroppo diventando la regola. Ci risiamo: tutto ha inizio quando da stamattina sui social gira una fotografia che ritrae due coppie che abbracciandosi sorreggono un bambino. L’immagine è forte ma al tempo stesso condita di stereotipi: le due donne hanno un aspetto quasi mascolino, i due uomini sembrano più due tossicodipendenti dallo sguardo poco rassicurante. Il claim in testa dice “un bambino non è un capriccio”, forse un forzato gioco di parole con riferimento al fatto che a farli, i capricci, sono spesso i più piccoli e non gli adulti. Il post, con tanto di logo, è utilizzato per la campagna contro le adozioni per i gay di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. Un’immagine che però suscita qualche perplessità in Francesco Nicodemo responsabile comunicazione del PD
La catastrofe è dietro l’angolo: dal partito si scusano. L’immagine proviene da una realtà locale non bene specificata. I ragazzi avevano preso la foto da Internet e non essendoci in copyright non ne conoscevano l’autore.
Ora io me lo immagino questo povero stagista/volontario/grafico/tesserato che spalancando una porta di chissà quale sezione di provincia nel caldo infernale d’Agosto urla “ragà, ho trovato l’immagine perfetta! Ora la mettiamo su Facebook e vedrai quanti like facciamo!”. Sì. Io me lo immagino questo disgraziato che ignorava che la paternità dello scatto fosse di Oliviero Toscani, quello che faceva baciare preti e suore per Benetton suscitando scandalo decenni or sono.
E mi immagino anche chi, dietro il computer o nel corridoio di qualche redazione giornalistica, avrà il becero coraggio di citare Wilde facendo spallucce e alludendo “nel bene, nel male, purché se ne parli”. E se c’è una cosa che ci hanno insegnato i social è dimenticare questo adagio e badare alla qualità delle interazioni che, soprattutto per un brand, devono essere negative nel minor numero possibile.
Io la battuta finale la lascio a Oliviero: criticato, eccessivo ma perfettamente in linea
Come non esserne d’accordo del resto?