Che ci crediate o meno sono più di tre giorni che rifletto sull’opportunità di scrivere questo post. Tre lunghi giorni nei quali la mia mente si dibatte: poi ad un tratto non c’è stato più dubbio. Ho dovuto.
Questo è un post d’impellenza, d’urgenza, quasi di necessità. Non voglio essere polemica, ma realista, non voglio tirar fuori le solite ciance ma aprire gli occhi. Da poco più di 24 ore è trascorsa la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne dove tutti abbiamo per l’ennesima volta condiviso link, messo foto profilo ispirate a sentimenti buonisti e condannato l’atteggiamento violento di compagni, fidanzati, padri o mariti che si voglia. Bello, bene. Non è ancora ciò che basta ma significa pur sempre qualcosa. Mentre tutto questo accadeva io non potevo fare a meno di rigirarmi tra le mani questo:
Che cos’è? Un volantino, di quelli che si trovano sui banchi delle chiese. Vi direte “ecco un’altra che sciorina una papella contro i preti”. Ma il punto davvero, non sono i preti stavolta. Il punto sono le parole.
Ci ho messo tre giorni a digerirle. Tre giorni in cui quel termine “sottomessa”, ripetuto per ben tre volte in un piccolo foglio A4 non mi ha dato pace, mi faceva venire il prurito alle mani e contemporaneamente voglia di urlare. Mi correvano gli occhi sulla carta alla ricerca di un appiglio: forse da qualche parte c’è scritto “obbediente” o magari “accondiscendente”. Ma no, leggevo bene. Quello era proprio un “sottomessa” grosso quanto una casa. Non c’era da sbagliarsi.
Così la mia prima reazione è stata quella di pensare che nonostante tutto, e nonostante il mio (non) credo, quel volantino non offendeva solo me ma anche tutte le donne del mondo. Quelle che ogni giorno combattono per avere un mondo più giusto, per evitare le pubblicità sessiste, per modificare gli stereotipi della società tipo “chi dice donna dice danno”. No, non poteva passare sotto silenzio soprattutto quando molte, troppe donne, hanno perso la vita per non essersi “sottomesse” alla volontà di un marito o di un uomo che pretendevano che la loro compagna fosse solo “una cosa loro e di nessun altro”. Non finirò mai di ripeterlo: nessuna istituzione o credo o uomo può far sentire una donna “inferiore” e nessuna donna dovrebbe sentirsi in qualche modo influenzata da un modo di pensare che la mette in secondo piano rispetto alle scelte della propria vita.
Ecco perché oggi dovremmo tutti guardare in maniera critica ai manifesti pubblicitari, alle vetrine dei negozi, alla TV, agli articoli sul web e chiederci se in qualche modo ciò che stiamo osservando può essere considerato oltraggioso o meschino. Dovremmo indignarci anche se è solo un foglio di carta lasciato sul banco all’ingresso di una chiesa. Dovremmo fermarci e riflettere e considerare che questo messaggio passa e raggiunge altre persone, altre donne, che magari in silenzio pensano che un uomo violento possa essere cambiato col tempo, con le parole o forse con l’amore. Ma l’amore non è sottomissione. E dubito anche che il matrimonio, lo sia.
Ecco perché da tre giorni rifletto. Ecco perché “ho dovuto”. Ed ecco perché questo articolo dovrebbe offendere anche te. E te. E te. E te. E te…
Believe it or not, l’ho trovato anche a Siena. Spero si veda il link http://instagram.com/p/Owz1h/
Sono offesissimo.
Si mi offende, ma tanto. E concordo con te Annalisa: dovrebbe offendere qualunque persona civile e di buon senso. Che venga da un’istituzione quale la chiesa cattolica è di una gravità enorme. Mi offenderei anche e soprattutto se avessi fatto dei testi sacri e dell’abito talare la mia missione.
Magari dico una stupidata, ma a me sembra rasenti l’apologia di reato.
Di che vi lamentate? La Chiesa si fonda ancora su un testo – la Bibbia – antichissimo, di cui si ignorano tutti gli autori, pieno di doppi sensi e pienamente maschilista. Il problema è che quel volantino è stato letto e visto dalle donne che frequentano la chiesa e che, sicuro, continueranno a frequentarla.
Hai ragione, Andrea: rasenta l’apologia di reato. Io, però, sono contrario all’apologia di reato, perché convinto seriamente che ognuno abbia il diritto di dire quello che vuole. Il reato, qui, è un altro: quello contro la parità dei diritti e la dignità della persona.
L’ha ribloggato su girardihre ha commentato:
Sono circa dieci giorni che non pubblico sul girardihr. Oggi avevo pronto uno dei miei post con motivazione e risorse pratiche, ma poi trovo questo articolo di Asi (Annalisa Silingardi) e senza pensarci un secondo cambio i piani. Il mio articolo lo posterò nei prossimi giorni, perché questo di Asi è più formativo di qualunque cosa io possa mai scrivere e anch’io “mi sento offeso”.
Non è prevaricando che si ottengono risultati: vale nel business e vale nella vita. Buona lettura.
Sottomessa per me è una di quelle parole che andrebbero abolite dal vocabolario perchè non può essere associata a nessun essere vivente: donna, uomo, bambino, animale…
Il rispetto è l’unica cosa che può esistere, sempre e comunque!
Questa parola non solo mi offende ma mi addolora profondamente.
Spero che questo post venga condiviso a più non posso, grazie per averlo scritto.
Eccomi Asi, eccomi a dirti quello che penso come donna, come credente, come amica…
Innanzitutto mi chiedo: chi non sarebbe d’accordo con quello che hai scritto, o meglio, con l’interpretazione che ne hai dato? Nessuna donna vuole e deve essere essere sottomessa, obbligata, violentata… nessuna donna e nessun uomo! E credo che, lasciamelo dire, fin qui ciò che è uscito sia abbastanza banale… ma non banale perchè inutile… banale perchè qualunque persona, di qualsiasi fede razza o religione dovrebbe pensarla così, dovrebbe agire così. Tu parti però da due foto scattate su un depliant, da un titolo che necessita per forza di spiegazione. Sarebbe come prendere una frase di un romanzo dell’800 e giudicare l’intero libro da quello… o il particolare di un naso storto di quadro di Picasso e fermarsi giudicando quel quadro un pessimo disegno… non so se mi spiego…
Su facebook leggo che non vuoi “mischiare” il credo con la tua riflessione ma non è concretamente possibile… Se prendi una frase da un testo sacro, o meglio, se ti fermi a quella parola che… sì risuona così “allarmante” senza, ad esempio leggere ciò che c’è prima o dopo, o andare a fondo del contesto dalla quale è stata estrapolata ne esce un’analisi superficiale e le interpretazioni non possono che non essere fuorvianti. Tu mi conosci e nel pieno rispetto che io nutro per OGNI persona, come potrei credere in una religione che permette quello che tu scrivi o meglio, viene insinuato?
Il ruolo della donna nella Chiesa Cattolica è fondamentale! Se vuoi potremo approfondire anche questo perchè rischierei veramente di scriverti un poema e non vorrei che il mio commento passasse per catechesi imposta… ci mancherebbe… ma no, ti prego… però ciò che scrivi ha portato a molti di questi commenti: ‘volantino cattolico = sottomessa = poveri cretini’… e questo non mi piace, perchè così come io mi sforzo quotidianamente di andare a fondo nelle cose, rispettando chi non ha fede e non crede nella chiesa cattolica, credo che prima di dare un giudizio che va al di la di quello che hai evidenziato tu (e che volevi evidenziare e circoscrivere) bisognerebbe conoscere e ascoltare e poi giudicare. Quello che voglio dire è che un conto essere contro la violenza, un conto è “insinuare” (passami il termine) che questo possa venire dalla Chiesa… il che non è così…
Andiamo per ordine…
Ora ti parlo come credente…
1) Potrei prenderla alla larga… perchè la Chiesa crede in un Dio che mi dice “non uccidere”…o ancora dalle parole di Gesù che dice “ama il prossimo tuo come te stesso..:”…Ma concentriamoci sulla frase/parola incriminata 😉 la frase che è diventata titolo di quel depliant è parte della lettera agli Efesini di San Paolo una lettura molto profonda perchè parla del mistero di Cristo che si è donato completamente per amore… lui fa un paragone tra Chiesa=moglie e marito= Cristo… la sottomissione è quindi da intendersi con questa eccezione… non si parla di inferiorità, di diversità o robe del genere…per carità… tanto che la lettera si apre con “siate sottomessi gli uni agli altri”… sottomissione di chi è attento all’altro, di chi prima di prevaricare è disposto ad andare incontro all’altro… vorrei farti notare il versetto 21 che è l’apertura di questa parte… e il 25… o il 29… e in fine al 32… e che il tutto è inserito in un discorso molto più ampio… spesso è utilizzata nei percorsi pre-matrimoniali anche perchè è un brano di difficile interpretazione che ha bisogno di approfondimenti…
‘Efesini 5,21-33
21 Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
22 Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24 E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.
25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, 27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa.’
Qui mi fermo perchè altrimenti ne esce un pippozzo e non è mia intenzione tediarti… ma se vuoi approfondire ti segnalo questa pagina http://www.gliscritti.it/approf/papers/efesini5.htm
2) Ho trovato il depliant di Cremona in rete e così come credevo fa riferimento ai libri della Blogger e giornalista cattolica Costanza Miriano (nominata anche tra i commenti di qualcuno). Ti evidenzio però che così come ha scritto “sposati e sii sottomessa” ha scritto anche “sposala e muori per lei”. E che i contenuti dei libro non sono assolutamente antifemministi, o incitano alla violenza… l’ho letto Asi… ed è uno spaccato ironico, fatto di vita quotidiana, lavoro, figli, trucchi e rossetto… di una donna con 4 figli che cerca di mettere a disposizione la propria vita di moglie per la sua famiglia… ecco l’interpretazione corretta di “sottomessa”… certo che se ci si ferma al titolo… torniamo al punto d’inizio di questa mia riflessione… ma ho già scritto troppo
Ora ti scrivo come amica e socialsister:
3) Parto con un grazie. E’ sempre difficile riuscire a esprimere idee che vanno in questa direzione… non perchè non ce ne sia modo, intendiamoci, ma perchè spesso arriva prima un giudizio affrettato e spesso aggressivo piuttosto che la sana voglia di confronto dalla quale nasce solo ricchezza e nella quale io credo.Che tu ci creda o no, queste discussioni fanno molto bene anche a me, perchè mi permettono di metter in ordine, di mettermi in gioco.
Cosa dirti? Che questo post mi ha offeso? (così come diceva il tiitolo): sì, mi offende la parola sottomessa se “pescata” e associata alla donna priva di dignità, brutalizzata, violentata, uccisa, priva di diritti e non amata NESSUNO MAI dovrebbe provare queste esperienze…. Non può offendermi la parola sottomessa del testo di San Paolo per quello che ti ho appena scritto sopra…
Ecco, io ti CHIEDO SCUSA se sono stata un po’ lunghetta ma come ben puoi immaginare è qualcosa che mi sta molto a cuore SOPRATTUTTO come donna che rifiuta OGNI forma di violenza… Chiudo copiandoti una bellissima preghiera che Papa Giovanni Paolo II ha scritto nel 1995 dedicata alla donna…
Un abbraccio
Rosa
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani
@rosa: come ho scritto a qualcun altro se avessi trovato questo volantino all’ingresso della festa della Castagna lo avrei condiviso comunque.
Si, sono venuta a conoscenza dopo del libro della giornalista, ma il mio riferimento non è a lei e nemmeno e non era mia intenzione portare ad un facile parallelismo chiesa = bigottismo.
Ognuno vive la sua fede come crede ed io, l’ho scritto nel post, non volevo far partire una predica contro preti o fedeli.
Il punto è che purtroppo le parole significano qualcosa: non possiamo usare “sottomessa” e dire che dobbiamo interpretarlo.
Non è un quadro: è una parola e una parola, nonostante possa avere molte sfumature, delinea un significato preciso.
E’ a furia di perdere i contorni delle parole che si perde il senso del discorso, ed io questo non lo voglio davvero fare.
Se comunque l’intento dell’uso di “sottomessa” era quello di significare una cosa diversa mi chiedo: era davvero tanto difficile scegliere un termine più adatto?
E ancora: non era il caso magari di mettere su un volantino (che sappiamo arriva ad occhi e orecchie di molte persone) magari una frase più significativa o solo meno ambigua?
Mi viene in mente così, in estemporanea, il Cantico dei Cantici, una poesia d’amore bellissima che mi affascina spesso.
Ripeto: non volevo scrivere un pippozzo contro nessuno, ma ( me lo insegni!) c’è modo e modo di far passare i messaggi. E questo a parere mio non è certo il migliore.
cara annalisa si mi sento offesa perchè sono parole orribili ,ma tuttavia non credo che siano queste assurde parole a spingere un uomo ad uccidere,massacrare una donna. Credo che la chiesa usi termini passati e sbagliati ma credo anche in Papa francesco e alle sue parole che sembrano oggi più che mai attuali. Credo in lui,quando apre le porte a noi emarginati dalla chiesa,intendo ai separati,divorziati,conviventi e gay; quindi mi auguro che presto le parole che tu hai visto stampate in un volantino,non le troverai più. Noi donne non saremo più sottomesse solo quando per prime noi decideremo di non farlo,nessun volantino ci dice cosa fare.ALZIAMO LA TESTA DONNE.