(Non) è facile essere felici in Sicilia


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Ho appena letto questo post molto bello di una travel blogger dal titolo “E’ facile essere felici in Sicilia” e mentre stasera sorseggiavo il mio vino (rigorosamente!) siculo c’era qualcosa che non riuscivo a mandare giù. Tra le righe di quel racconto leggevo solo una parziale verità, un incanto che, per quanto meraviglioso, non collimava con quanto io negli ultimi anni ho imparato della mia terra.

Sì lo so: la Sicilia è un paradiso (e non lo dico io ma addirittura Federico II di Svevia, uno che per simpatia avevano soprannominato Stupor Mundi) ma a furia di parlare solo di questa bellezza rischiamo di perdercene pezzi interi, abbagliati dall’oro dei mosaici di Monreale.

E se è vero che ne ammazza più il “Mal di Sicilia”  che il “Mal d’Africa mi sento anche di dover dire che più che felici in Sicilia è facile essere indignati, o meglio incazzati. E questo perché vedi tutte le storture e ti sale “la raggia pazza”. Ti viene il sangue al cervello, e quel sangue alimenta ancora di più i tuoi pensieri. Perché vedi spazi e territori stuprati da centri commerciali. Vedi la gente che un po’ se ne fotte, un po’ ci convive e un po’ combatte. Vedi che le cose non funzionano, che magari ti sbatti un sacco per farle andare e poi… E poi cosa? Cosa restano? Il mare? Le palme di 10 metri? I cannoli? Gli arancini?

No, non è facile essere felici in Sicilia. O forse sì.

Ma solo se sarai disposto molto spesso a chiudere gli occhi al sole e voltarti dall’altra parte.

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4 risposte a (Non) è facile essere felici in Sicilia

  1. Non sono mai stato in Sicilia, ma non resisterò ancora molto. Grazie alla rete ho conosciuto un sacco di persone che provengono dall’isola ed in tutte ho percepito l’amarezza profonda nel vedere la propria terra ferita, anche dai suoi stessi abitanti, ma la Sicilia è Italia, quindi è anche mia e di tutti gli italiani, credi che lo capiremo mai?

    • Matteo: quando scendi in Sicilia fammelo sapere. Sarebbe stupendo farti incontrare persone autentiche e reali che l’isola la amano e la vivono profondamente piuttosto che lasciarti in balia dei tour operator. Questa terra, la mia terra, è piena di fascino e contraddizioni. Capisci un po’ di più la Sicilia solo se ci sei nato. E allora le cose sono due: o te ne innamori pazzamente, follemente tanto che per lei vuoi morire. Oppure la disprezzi, le volti le spalle e non torni indietro. A te la scelta.

  2. Martina Crapanzano ha detto:

    Sono una Siciliana che vive a Torino, mi manca la mia terra, purtroppo però è un paradiso castrato… Con un gruppo di amici stiamo cercando di cambiare le cose, vogliamo sensibilizzare la gente per renderle partecipi attivamente, perchè curare e valorizzare la nostra terra non è un compito che spetta ad altri, anzi… ognuno ha una grande responsabilità!
    (Qualora fossi interessata, fammi sapere!)
    Bel post!
    MArtina

  3. marilisadones ha detto:

    Cara Annalisa, come te, in quanto siciliana condivido l’amarezza.
    Purtroppo non si può essere felici in Sicilia. Puoi vivere bene, è vero. Puoi gioire dei suoi colori, del suo calore e dei suoi sapori. Puoi andare al mare, puoi girare in motorino in pieno gennaio. Ma poi? Purtroppo manca tutto il resto.
    E il lassismo e l’indifferenza del “Nenti sacciu nenti vitti” a lungo andare sfianca. Come il buon Matteo sa, io ci ho creduto, ma ho desistito, non senza sofferenze.
    Non ho perso le speranze: perché ancora qualcuno che lotta e che vuole cambiare la forma mentis di chi abita questa terra stuprandola e svilendola di ogni suo significato, c’è. Per foruna.
    Giusto per fare un esempio: qualche settimana fa la giunta comunale di Palermo ha chiuso l’ufficio dedicato al centro storico che fino ad oggi ha contribuito negli ultimi dieci anni a recuperare il centro storico, a farlo risorgere.
    Queste sono le decisioni della macchina amministrativa che non comprendo e che mi lasciano tanta amarezza.

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