Aprire l’Ansa e trovarmi in prima pagina la foto di una donna bionda moldava. Leggere che è la presunta compagnia del capitano Schettino poco prima dell’impatto della Concordia. Sono due secondi netti e nel mio cervello, nonostante la quantità di muco e mal di testa, compare illuminata la scritta ” ECHISENEFREGA”. Nessuno invece parla di quanto sta accadendo in Sicilia. Per dirla in poche parole i miei conterranei si sono scassati i cabbasisi. Ed che era anche ora! Forse sono solo io che lo vedo ma da qualche tempo i siciliani sono più attivi. Una dei primi eventi che mi salta alla mente ad esempio è il Teatro Coppola che da quasi un mese è allegramente occupato e gestito da tante persone che non si arrendono a vedere morire la cultura a Catania. Sono appoggiati da personaggi come Manuel Agnelli, Dente e Brigantony (se non avete mai ascoltato una canzone di Brigantony almeno una volta nella vita significa che non siete mai stati davvero in Sicilia!). Ora un altro elemento è questa benedetta Rivolta dei Forconi: che sembra arrivata a qualcosa di più serio: blocchi autostradali, difficoltà nel reperire carburante, supermercati che sembrano svuotati. I siciliani cominciano ad incazzarsi, e come dice il vecchio adagio: niente c’è di peggio di un buono che diventa cattivo. Ma la mia paura è che tutto questo coraggio, tutta questa rivoluzione, si riveli alla resa dei conti l’ennesimo fuoco di paglia. O peggio: che al primo politicante che lancia nel mezzo del mucchio dei cani affamati una bella bistecca il gruppo si decompatti, e ognuno pensi per sé tirando acqua al suo piccolo mulino. Strategia sempliciotta ma efficace del ” Dividi et impera”. Quindi questo è il mio appello a tutti i Siciliani, se possono leggere, se possono sentirmi. Non lasciatevi infinocchiare, non lasciatevi dividere. Non pensate a “voi”. Pensate a quello che dovete ( e so che volete!) lasciare ai vostri figli. Un futuro migliore e più sicuro. Ci dicono sempre che oggi godiamo dei benefici che per noi hanno conquistato, con sacrificio e sudore, i nostri nonni, bisnonni e antenati. Oggi non ci sono più le guerre mondiali dove coraggio era lanciarsi contro il nemico armati e vestiti quasi di niente. Oggi il coraggio è stare attaccati fermamente alle proprie convinzioni, ai propri ideali, anche quando sarebbe più facile, più comodo, più sicuro e magari economicamente conveniente allontanarsene. Non vendete cioè in cui credete. Vi prego, non vendetevi il futuro.
Non si può non essere d’accordo…solo oggi dopo quattro giorni di fermo i media nazionali cominciano a dare piccoli spazi alla vicenda. Nostro malgrado troppo spesso viene dimenticata la Sicilia…e troppo spesso i primi a dimenticarsene sono i nostri politici ( in primis i regionali ).
Caro Dms, i primi a parlare della Sicilia dobbiamo essere noi Siciliani. C’è una grande storia di giornalismo alle spalle, di coraggio, di sangue sparso sulle strade. I siciliani nel “raccontare” non sono secondi a nessuno. Speriamo che non restino però solo parole!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Hai perfettamente ragione…i primi dovremmo essere noi…ma quante volte le nostre sono state parole al vento? e perchè? Ho avuto, ed ho, la fortuna di aver girato l’Italia in lungo e largo per lavoro fermandomi spesso in diverse località tanto da poter approfondire conoscenze e “capire”, per quel ch’è possibile in pochi mesi, le mentalità locali. Tra l’altro, per fortuna e purtroppo (soprattutto chi è meridionale capirà il purtroppo) conosco tantissimi (anche troppi considerando…) politici, dai consiglieri locali ad On e Sen che dir si voglia….da questo ho potuto fare molti paragoni è sempre più mi rendo conto che il problema di base SIAMO NOI! Mi spiego : è comune nella mentalità “terrona” lamentarsi per tutto o quasi ma al momento d’agire (quello giusto) il motto è vai avanti tu che a me non conviene! I nostri politici, ancor più di quelli di altre regioni, una volta preso il “posto” tralasciano per interesse proprio o partitico (o peggio) di battere i pugni per difendere la nostra terra….quando và bene da loro (non tutti per carità) si ottiene il favore chiesto e promesso durante i periodi elettorali….tutto questo porta poi ai punti d’esasperazione come quello attuale. Che poi i sindacati dicano che il modo non è condivisibile…giusto (non è corretto che ci vada di mezzo la popolazione e tutti coloro che lavorano nonostante tutto)…ma vien da chiedere : e voi dove dormivate quando ancora era tutto recuperabile?…allora dico, riallacciandomi al tuo articolo,…SVEGLIA POPOLO, CI STANNO VENDENDO E NOI CI METTIAMO ANCHE IN SALDO! IL NOSTRO FUTURO DIPENDE SOLO DA NOI E DALLE NOSTRE SCELTE QUOTIDIANE! SE E’ VERO COME E’ VERO CHE CI SIAMO SCASSATI I CABBASISI CAMBIAMO IL NOSTRO MODO D’AGIRE…O SMETTIAMOLA DI PIAGNUCOLARE!
il giornalismo vero và dove il popolo ha bisogno,mentre i nostri giornalisti vengono al sud sempre per drancheta mafia ecc.ecc.noi del sud ci trattano del terzo mondo ,i nostri politici dove erano quando,hanno sospeso i treni verso il nord, io abito in calabria ma sono siciliana , mi piange il cuore vedere trattato il nostro sud senza rispetto,ben venga qualsiasi ribellione in modo di dire vedete noi siamoitaliani come
voi!!!!!!!!!!!!
blogger io sono il vero emanuel vizzacchero , vivo in calabria a isola di capo rizzuto ma non sono siciliana “donna” come scrive il falso emanuel vizzacchero ma sono nato a reggio emilia precisamente a guastalla, cmq condivido il pensiero della persona che ha abusato del mio nome e cognome.