“Non esiste il problema che scarpe nuove non possano risolvere”. Questo il motto che ogni donna conosce bene e che ci ha consentito, fino ad ora in maniera del tutto legale, di riempire scarpiere, scatole, armadi e (giuro!) anche automobili di scarpe. Mentre per alcuni l’esperienza d’acquisto è sinonimo di stress, confusione e lunghe code alla cassa per il gentil sesso passeggiare fra le vetrine è un momento di svago, quando non proprio di alienazione dalla realtà circostante. “E se potessi ricevere dei premi per questo?”.
Quando Pierluigi Casolari me lo ha detto ho pensato ” Eccolo qui: un altro che propone coupon!”. Ma il concetto che sta alla base di CheckBonus è differente e merita un approfondimento.
Checkbonus è un generatore di traffico la cui funzione è incentivare gli utenti alla visita del punto vendita come cuore dell’esperienza di acquisto. Basta usare l’app per scoprire i negozi o gli esercizi convenzionati, entrare e guadagnare punti per richiedere i premi del catalogo CheckBonus.
Il team che lavora all’ambizioso progetto è composto da Yuri Ceschin (CTO) e dal CEO Pierluigi Casolari entrambi provenienti dal mondo del digital e del mobile. Incontratisi quasi per caso allo Startup Weekend di Milano la squadra ha stabilito i suoi “uffici” presso la sede dello spazio coworking Talent Garden a Milano grazie alla disponibilità di Marcello Merlo e Davide Dattoli. E da lì ha cominciato a pianificare gli step necessari allo sviluppo e al lancio.
Ma cosa ci guadagnano utenti e negozianti? I primi hanno la possibilità di beneficiare di omaggi, voucher, giftcards, smartphone e ricariche. I secondi hanno l’opportunità di attrarre nel loro negozio più persone e ripristinare un rapporto d’amore tra gli utenti muniti di smartphone riportandoli al piacere dello shopping offline.
Perché se è vero che basta poco per avere una recensione negativa su uno dei tanti social, basta anche meno perché le persone entrino, provino, facciano una foto al look completo e poi vadano a comprarlo online (ricordate? Ne parlavo in questo post).
Personalmente credo che CheckBonus abbia anche la necessità di far rinascere quel rapporto di fiducia fra chi compra e chi vende, rendere più piacevole l’esperienza d’acquisto, migliorare l’accoglienza e i servizi offerti nel punto vendita e, perché no, insegnare anche un po’ di relazionalità a commessi/e a volte sgarbati e poco pazienti.
Attualmente non sono presenti competitors diretti sul territorio nazionale. Esistono modelli analoghi che si stanno affermando su molte nazioni europee e in America. L’esempio più eclatante è Shopkick che ha recentemente superato i 5 Milioni di istallazioni.
Che sia questo il futuro dello shopping? Ritornare al rapporto cliente-commerciante ormai smarrito nei meandri degli outlet o dei giganteschi centri commerciali? Certo è che i clienti stanno apprezzando sempre di più nuove modalità di consumo: dai prodotti a chilometro zero che arrivano direttamente a casa, all’artigianato locale, dalle piccole botteghe fino ai mercatini. L’utente è alla ricerca di qualità nei prodotti: chi vorrà farselo amico dovrà mixare abilmente strategia, tecnologia e soprattutto umanità.