“Se fare un’impresa fosse semplice probabilmente non si chiamerebbe impresa!“.Ogni tanto mi sovviene questo pensiero misto all’ammirazione per chi ha il coraggio e la pazienza di lanciarsi nel mondo aziendale. Se poi a farlo sono le donne queste parole assumono un significato più sfaccettato e complesso.
Ne abbiamo parlato oggi al SOLE24ORE durante il 6° Forum della Cultura d’Impresa Talenti contro la crisi, leadership femminile, giovani e multiculturalità. In queste poche parole sono bel delineate tutte le linee guida del futuro. Ma la società è pronta ad accettare questa sfida?
Secondo quanto sostenuto dalle partecipanti i dati parlano di una limitata presenza femminile ai vertici aziendali: una scarsità non dovuta alla mancanza di competenze quanto più ad comune sentire ed ad una distorsione della figura della donna causata anche dai media.
Durante il meeting a ho raccolto uno spunto interessante da Serena Torielli
Ed è su come superare questo problema che si è aperto il confronto fra le manager di alcune imponenti realtà (Unilever, Confindustria, etc.). Alcuni punti messi in luce sono stati
- Diversity Management: ovvero il ruolo fondamentale che nelle imprese gioca il riconoscere qualità e competenze di un sesso e dell’altro e saperle fare interagire secondo la formula Think Different, act Together
- Unione Europea: nella prossima programmazione dei FSE, come detto da Laura Piatti, capo del segretariato del Ministro del Lavoro, verrà tenuto conto non solo dell’ inclusività dei progetti ma anche della loro ricaduta in campo sociale, dell’ approccio e del miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici.
- Società: patrimonio e matrimonio secondo Maria Cristina Molinari, Presidentessa dell’associazione “Pari e dispare”, nella mentalità comune influenzano le donne nella scelta delle loro ambizioni personali. Il matrimonio, quando che comporta oneri familiari e figli, limita la possibilità che la donna decida di abbandonare il tetto coniugale. Il patrimonio, una volta considerato come l’eredità, oggi tende a sciogliersi e le donne si trovano a rischiare, a investire in prima persona il loro stipendio ma soprattutto a influenzare le scelte d’acquisto anche di mercati ritenuti esclusivamente maschili.
Un piccolo ma significativo miglioramento si nota nel campo delle startup dove quelle femminili sono più del 10% di quelle maschili come proposto nelle slide di Rosanna D’Antona.
Quali sono quindi i consigli da dare alle ragazze che vogliono spendersi nel mondo del lavoro?
Studiare, fare gavetta e poi puntare in alto. Fare networking e attivare una mentorship fin dall’inizio della propria carriera. Al fine di trovare non solo una persona che sia guida e riferimento ma anche che possa portare in luce capacità nascoste che a volte nemmeno noi siamo in grado di vedere.
Ps. Se siete interessati a rivedere i tweet dell’evento trovate tutto sul mio profilo oppure usando l’hashtag #Leadership.