Il divieto di fotografare (ovvero sono una blogger… non una terrorista!)


Se appartenete alla categoria di quelli con lo smartphone sempre in mano, pronti a cogliere l’attimo e instagrammare un paio di scarpe che vi hanno rubato il cuore, i piedi del vicino di bus, il gattino accoccolato sul divano, questo post è per voi.

Lo ammetto:  non sono una maniaca della fotografia, non ne capisco niente di obiettivi. Ma fare foto mi piace, se poi ci aggiungo la possibilità di modificarli con app e condividerle… capite perché la batteria duri così poco! Quello che però mi è successo sabato mi ha lasciato perplessa e ho deciso di scrivere un post per raccogliere i vostri pareri.

Approfittando di un’oretta libera sono andata a gironzolare in un grosso centro commerciale. Ero intenta a curiosare fra le vetrine quando una forza misteriosa mi ha letteralmente attirato dentro un negozio di scarpe. No, non è la forza misteriosa il problema. Mi guardavo intorno sognando i più svariati millemila abbinamenti  e ponendomi quesiti esistenziali del tipo: “tacco 12 con abitino sexy o biker boots e pantalone di pelle?” quando un paio di francesine blu elettrico catturano la mia attenzione. Belle, fantastiche… aspetta! Voglio fargli una foto e mandarle alle mie amiche shopaholiche! Tiro fuori lo smartphone e …

“Ah signorina no no! Non è possibile! No foto! Nain! No picture!” 

la commessa corre verso di me tutta affannata urlando. Poso l’arma a terra e alzo le mani sopra la nuca pronta a sentirle elencare i miei diritti. Intanto tutte le clienti si sono girate e mi guardano come se avessi appena rubato un paio di Louboutin. A quel punto la curiosità mi pervade e chiedo con cortesia quale sia la motivazione del divieto (dato che non c’è cartello all’ingresso). A denti stretti mi dice che “non è possibile fare foto dentro al negozio”. Nemmeno agli oggetti esposti? Nemmeno a quelli.

Ma il dubbio mi resta. Così decido di chiedere a chi le foto ai prodotti li deve fare per necessità lavorative. La mia scelta ricade sulla fashion editor e blogger Venera di Onecentlife: è una vera fiutatrice di tesori nonché una ragazza straordinaria per la sua dolcezza e disponibilità. Mi conferma che anche a lei è accaduta questa situazione (piuttosto spiacevole!) per cui, prima di scattare con la reflex, in genere chiede al negoziante. <<Credo dipenda dalle politiche aziendali e dall’esclusività di certi prodotti>> mi suggerisce.

Se però qualcuno impedisse di fare una foto ad un oggetto dentro ad un negozio per questioni di privacy ci si potrebbe opporre. Come mi fa giustamente notare il mio amico Dario (dedito più che mai a studi legislativi.. anzi, come si dice per fare figo Trainee Legal) << La privacy è un diritto relativo alle persone e non alle cose>>, per cui tecnicamente le mie scarpe sono in salvo in quanto non rientrano nei casi sopracitati.

Ma in questa storia voglio vederci chiaro. In effetti indagando sul web ho trovato questo post sul divieto di fotografare  di Marco Iegre dove potete leggere un elenco di luoghi dove non è possibile fare click fra cui <<Non si può fotografare nei negozi, inclusi centri commerciali incluse le aree ‘comuni’ (come i corridoi fra negozi) perchè hanno paura che ti metti a fare raccolta di prezzi per la concorrenza e sopratutto gli rubi le idee di marketing per come dispongono la merce>>

Ma quando un blogger fotografa un oggetto (ad esempio nel mio caso delle scarpe!) deve sottostare alle stesse regole? Secondo me tutto ciò è abbastanza limitante anzi, per certi casi, i negozianti dovrebbero essere più informati e perché no, indulgenti. Ecco quindi una piccola list dal titolo

Perché devi lasciare entrare un  blogger+fotocamera nel tuo negozio

  1. E’ potenzialmente un cliente. Se il primo contatto che hai con lui è un categorico “non si può/ non si deve” istintivamente indisporrai all’acquisto anche solo di un paio di gambaletti!
  2. Se le sue foto non danneggiano la privacy di nessuno (ad esempio, inquadra delle scarpe!) sta in qualche modo promuovendo il tuo prodotto. Che lo condivida su Facebook, lo twitti agli amici o lo inserisca in un check-in di FourSquare.
  3. Sta mostrando ad un pubblico molto più ampio di quello del tuo centro commerciale, la disponibilità di un pezzo che magari qualcuno sta cercando. E se questo può non andar bene per oggetti pregiati o di cui la rarità diventa il vero valore, dovrebbe invece essere un incentivo ai negozi della fascia medio bassa.
  4. Un blogger nel negozio è anche un modo per esternare la tua professionalità e le qualità di ciò che offri. A volte una commessa gentile, un trattamento rispettoso o semplicemente la cordialità fanno il plus che spinge il cliente a ritornare
  5. La reputazione del tuo marchio/negozio passa anche dalla rete e se una blogger come Chiara Ferragni trasforma in oro tutto ciò che tocc.. ehm, indossa allora due conti dovreste anche farveli!

L’acquisto infatti sta diventando sempre più un’esperienza emozionale piuttosto che la mera compravendita dell’ oggetto dei desideri. Quale sarebbe quindi l’approccio più corretto? Secondo me  un buon esempio è ciò che è accaduto a  Giuseppe di Geektrends <<quando stavo facendo la fotografia il negoziante mi ha consegnato un biglietto chiedendomi di taggarlo nella foto>>. Una mossa semplice sia per guadagnarsi la simpatia del blogger che per avere un po’ di pubblicità gratis.

Voi cosa ne pensate?

Ps. Se alla fine di questo post avete pensato “Sono un fotografo, non un terrorista!”  potete aderire a questo simpatico gruppo su Flickr  dal titolo “Not a crime” dove centinaia di amanti dei ritratti hanno postato la loro originale protesta!

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42 risposte a Il divieto di fotografare (ovvero sono una blogger… non una terrorista!)

  1. Da fotografo (…e commesso), come darti torto?
    Bisogna anche dire che a volte le commesse devono stare a delle regole imposte dall’azienda.
    Un esercito di commesse social-oriented sarebbero un plus non indifferente e delle persone in grado di veicolare il brand. Se la maggior parte delle aziende uscisse da quel cazzo di quadrato in cui stagna e investisse quattrini in Professionalità, saremo tutti più contenti.
    La funzione Places di Google è molto utile in questo senso, recensire negozi, ristoranti e strutture ricettive, professionisti e aziende, permette ai futuri clienti/utenti di farsi “un’idea” del prodotto/servizio… Ne saprà qualcosa il mio ex-commercialista!
    Sono entrato in un ristorante dicendo di esserci andato dopo aver letto una recensione positiva su google, il servizio è stato impeccabile!

    • @Michael i commessi sono un elemento importantissimo della funzionalità del negozio. Io preferisco farmi 30/50 km in più
      piuttosto di andare in alcuni negozi della mia città dove ho avuto trattamenti decisamente “poco cordiali” da parte degli addetti alle vendite.
      Il 60% dell’esperienza di acquisto credo dipenda non solo dalla qualità dell’oggetto ma anche dal rapporto di fiducia che si crea con il venditore.
      Siamo pronti per capirlo?

      • Giuseppe Casaburi ha detto:

        Bee forse per un negoziante,gli farà anche piacere che non entri nel suo negozio,Pensa il gran lavoro che c’è per creare un articolo.disegni.coloriture accostamenti,accessori,;e poi viene un cliente per modo di dire è con un clic tutto il tuo lavoro,con mesi di progetti.te lo ritrovi sulle bancarelle;(è la cliente che ha sborsato un sacco di soldi;cosa dirà!!!!!!!Allora io se li trovo a fotografare un mio prodotto,una mia creazione,il telefono glielo faccio volare dalla finestra………Ciò vuol dire non avere rispetto per il lavoro, fatiche,e sudore degli altri.

  2. Giuseppe Vitale ha detto:

    Non solo i negozi devono lasciar fotografare la merce esposta ma devono invitare chi desidera farlo. Sarebbe opportuno, a questo punto, mettere un cartello fuori con tanto di dicitura: Entra e fotografa tutto quello che vuoi. Un negozio non può vivere solo offline.

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  4. Fra ha detto:

    non sono certa, ma hai detto che il negozio era in un centro commerciale? se sì, i centri comemrciali VIETANO espressamente foto all’interno, con tanto di cartelli ovunque (anche se il signolo negozio non esposne divieti) … a prescindere. Condivdo tutto il resto!
    PS vai in centro a Firenze o Milano, vedi cinesi “in incognito” (mica tanto) che fotografano vetrine, poi rifanno il prodotto tarocco e lo vendono a 2 lire (euro)… forse il motovo originario del divieto era quello, anche se, devo dire, che è impossible pensare di vietare foto per risolvere il problema del taroccamento 🙂

    • Mi è capitato di vedere questi cartelli in alcuni centri commerciali, ma non in quello dove ero. Per sicurezza ho controllato anche il sito del Centro per vedere se ci fosse un regolamento interno a cui attenersi ma non compare nulla. Dubito che nessuno di noi abbia mai fatto una foto mentre era a spasso per lo shopping. Come bisognerebbe comportarsi allora quando ci sono eventi o manifestazioni nelle varie gallerie dei Centri Commerciali? Niente foto nemmeno in quelle occasioni?!

    • Giuseppe Vitale ha detto:

      Che politiche tarocche! 😉 Se vuoi evitare davvero il taroccamento non serve vietare le foto o, almeno, bisognerebbe accettarne il pericolo. Fermo restando che i prodotti taroccati sono invece pubblicità, incoraggiano i prodotti originali così come la pirateria è in realtà una grande promozione per gli album musicali.

    • domenico mengoli ha detto:

      io sono artigiano e creo prodotti esclusivi…in varie fiere i cinesi si aggirano(a volte anche italiani mandati dai mandarini)fotografando e poi copiando ….non si’ puo’ fotografare la creativita’ di un artigiano…..

  5. cucinadigio ha detto:

    Credo che sia anche una questione di sicurezza. Esattamente come è vietato fare foto negli aerei (anzi, è vietato anche fotografare l’esterno degli aerei anche se civili, a meno che tu non esibisca un’autorizzazione in cui è specificata la ragione di foto e riprese). Tu puoi fotografare le ballerine, ma un altro potrebbe fotografare i sistemi di sicurezza per chissà quale ragione.

    • Sulla sicurezza sono parzialmente d’accordo ma è anche vero che se sto inquadrando delle scarpe in esposizione in vetrina o su una mensola probabilmente non sono una terrorista ma semplicemente una cliente interessata!?

      • cucinadigio ha detto:

        Se sei disposta a sentire una sirena che urla non appena distogli l’obiettivo dalla vetrina e lo punti verso la tua amica che fa shopping ok 😉 Scherzi a parte, temo che servirebbero controlli più efficaci, per garantire contemporaneamente libertà e sicurezza.

  6. Daniela ha detto:

    Quoto tutto! Insomma dico io! …. un blogger, io non saprei riconoscerlo da una massaia…mi dispiace per i blogger che leggono…però tutto il resto ci sta eccome! Se anche io casalinga sto condividendo questa foto (fatta con i crismi che dicevi tu), non sarà comunque pubblicità per te? O, se preferisci, vado a condividere le scarpe che vende qualcun’altro! E se invece di una fotina fatta così, innocentemente, ti lasci invece scappare quello che entra, si segna modelli e prezzi di tutto e va a vendere le info acquisite al miglior offerente? Lui non ha fatto foto, ma ha fatto proprio un danno all’azienda, e ne vedo tanti che fanno così, e cosa vai a dirgli… “No scusi, non si può prendere appunti in questo negozio!!” Ma dai!
    Eppoi, viva le foto LIVE di vita! Scattatene tutti (rispetto della privacy o si va in galera…) e condividiamo! Siamo qui per questo, altrimenti stavamo davanti alla TV.

    Ciao

  7. Dovevi esordire con un “Lei non sa chi sono io!” 🙂 Scherzi a parte, questa cosa capita molto spesso, e sono pienamente d’accordo con te. Se fotografo le scarpe e le abbino al check-in, è una pubblicità totalmente gratuita, ma ancora i negozianti non riescono a capirlo.
    Tanto se vogliono le taroccano lo stesso le cose, non basta e serve solo una foto.

    • In genere mi piace aprire un discorso con chi mi pone un “divieto”. Non per provocare (comprendo chi sta svolgendo un lavoro!) ma perché è nel mio DNA la voglia di capire. Sono d’accordo con te sul tarocco. Che poi non stavo nemmeno da Chanel ma in un normale negozio di scarpe (che tra l’altro è una catena di negozi.. quindi se la foto non la faccio io la farà qualcun altro nel mondo!).

  8. Matteo Piselli ha detto:

    Ciao
    Mia moglie ha un negozio di abbigliamento in un Centro commerciale ed ho voluto confrontarmi con lei prima di commentare, quindi veniamo al punto:
    I commessi dipendenti, non vi permetteranno mai di fare qualcosa per la quale possano essere ripresi dai titolari, quindi nel dubbio sono sempre distruttivi, niente foto.
    Prendiamo in esame commessi titolari, in questo caso, penso che dobbiamo renderci conto che noi che trattiamo abitualmente questi argomenti su twitter siamo relativamente pochi, la maggior parte delle persone che non hanno a che fare con i social media per lavoro, semplicemente non comprendono che una persona possa scattare una foto per condividere una preferenza. Non voglio apparire antico, ma la naturale diffidenza verso le cose che non si conoscono e la diffusa convinzione che Facebook & c. servano solo a cazzeggiare, hanno il loro peso.
    A mia moglie sono capitati sia i cinesi di cui sopra che le giovani native digitali dallo scatto facile e se mentre nel primo caso, si è opposta per evidente fine taroccamento, con le ragazze è stata più morbida e ha permesso senza problemi la ripresa, ma c’è da dire che le suddette fanciulle hanno anticipatamente chiesto il permesso, dichiarando tranquillamente il loro intento.
    Far passare il concetto che la diffusione dell’immagine di un prodotto porta sempre benefici al Brand, è difficile e comunque è un messaggio che deve partire dall’alto, poiché non è di immediata lettura.

  9. Matteo ha detto:

    Nel nostro caso, abbigliamento, erano due ed avevano la macchina fotografica, non lo smartphone, in un centro commerciale di periferia. A noi è sembrato strano.
    Se arriva una ragazza cinese a fare foto con lo smartphone ad una gonna, magari chiedendo il permesso, non c’è problema.
    Comunque hai ragione, dovevo essere più preciso, mi scuso

  10. Giuseppe D'Elia ha detto:

    Io, come dice appunto Annalisa, sono stato più fortunato, in diverse occasioni. Sarà perché non ho propriamente la faccia da terrorista che tutti accettano di buon grado di farmi scattare una semplice foto per condividerla. Ad oggi si guadagna molto a lasciarsi condividere on-line, anche se purtroppo, come è stato ampiamente descritto, esistono comportamenti eccessivamente fobici al riguardo. Mi chiedo quando questa mentalità diverrà più aperta in tal senso…

    Bell’articolo, complimenti! 🙂

  11. Francesco [wetooo] Veterani ha detto:

    Io sono un igers impertinente (@fra_vet), vado in giro per strada e se colgo qualcosa d’interessante lo fotografo, che siano persone, cose, vetrine…. Ultimamente mi dedico di più ai paesaggi, le persone mi attirano molto poco, per cui problemi di privacy non ne ho avuti molti… durante un instameet a Rimini ho inseguito per dieci minuti buoni un turista con trolley giallo canarino… dovevo fotografare qualcosa di giallo 🙂
    Per la questione social… siamo in Italia, no? Da quanti anni “esistono” a vario livello i social? E ancora oggi tanta gente li usa poco e sopratutto molto male…

  12. Abbiamo letto con interesse questo post e condividiamo la tua opinione. Unico accorgimento: citare il nome del negozio! Così dovrebbero essere contenti, in fondo si tratta di pubblicità gratis… Vieni a farti un giro a Firenze: i negozi e le vetrine sono tappezzati di “No take picture please!”.

  13. Giulio ha detto:

    Scusate ma in che mondo vivete?
    Quando imparerete a non impantanarvi nella sola logica della vostra esigenza e guarderete anche le necessità del prossimo che arranca come voi nella crisi?
    La fotografia è un bellissimo hobby ed una gratificante professione,non v’è dubbio, ma sarebbe segno di un minimo di intelligenza e rispetto considerare anche chi sta e lavora con quello che state/vi ostinate a voler fotografare o scandalizzarvi se non vi è permesso!
    Mi spiego.
    Siamo in un paese e in un mondo dove la contraffazione non solo è tacitamente permessa ma è anche tollerata.
    C’è chi lavora, spende energie e carriere per individuare un design, un modello che poi ha successo.
    Volete dirmi che nessuno di voi è al corrente che, in prevalenza i soliti cinesi, copino e si industrino per contraffare ogni griffe ed ogni oggetto con appeal di vendita?
    Sapete forse anche che la stragrande maggioranza di questi è estranea, con la sua professione al fisco, (INPS,INAIL,, e tasse varie che i commercianti più o meno pagano).
    Copiano il lavoro altrui e poi te lo vendono a prezzi stracciati perchè la ricerca prodotto non gli è costata nulla, il personale è estraneo ad ogni contratto, sono invisibili al fisco e voi?, comprate comprate cinese!
    Rientro nella discussione.
    Come credete si possa distinguere un fotografo (in senso lato) che sta apprezzando un prodotto da uno che lo fotografa per copiarlo?
    Sesto senso da blogger?
    Secondo punto: è allo studio o in realizzazione un applicativo di una notissima impresa informatico/commerciale che da una foto in un negozio riesce ad individuare di che tipo di merce si tratti e te la spedisce a casa (ovviamente se la ordini da loro)!!!
    Quindi?
    Che esiste a fare l’imprenditore che si tira su le maniche per aprire, gestire e cercare di far fruttare un negozio in una logica del genere?
    Prima di lamentarsi per presunte minacce alla libertà individuale pensate anche a chi lavora e da lavoro, paga le tasse e cerca di portarsi a casa onestamente il pane.
    Grazie

    • @Giulio

      Il tuo discorso è in parte vero, ma d’altra parte dobbiamo anche notare che non sempre chi fa una fotografia vuole “creare un’imitazione” del prodotto. A volte c’è anche solo la voglia di condividere una scelta, di chiedere un parere su ciò che sta acquistando o di “vantare” un acquisto. Perché vuoi o non vuoi viviamo in un mondo di apparenze e ci piace se gli amici si complimentano per l’ultimo modello di iPhone o per un paio di scarpe particolarmente belle.

      Inoltre tendo a ricordarti che, nonostante i cinesi copino e stracopino, il mercato delle griffe non va male per questo, ma credo più semplicemente, perché i prezzi sono terribilmente alti e le persone non possono permettersi di comprare a quei costi. Valuta anche che questo è un doppio gioco: più il prezzo è alto, più l’oggetto è uno status symbol che significa esclusività, benessere e quindi… potere!

      Non sarebbe più conveniente per entrambi (blogger e negozianti) trovare un compromesso?

      • Giulio ha detto:

        Certo, è molto vero che ci siano persone interessate a fotografare per puro piacere o necessità di ricordare o mostrare, in assoluta buona fede, un prodotto magari ad amici, ma purtroppo il problema “copia” ed il problema: – te lo vengo a vedere e provare in negozio poi lo compro in rete – rende difficile arrivare ad un accomodamento.
        Come capire la differenza?, come far sviluppare questa sensibilità al commesso?
        Ma poi ne vale davvero la pena?
        Perdonami un paragone che non ti sembrerà felice, ma che credo renda l’idea, io vado in Canada per godere delle foreste, sono un naturalista e voglio portarmi il mio innocuo temperino (piccolo coltellino), ma non posso perchè in aereo potrebbe essere utilizzato per altri scopi non leciti.
        Siamo in una fase di mercato dove il retail (negozio tradizionale) soffre e sta declinando verso l’estinzione, questi sono problemi a cui si dovrebbe poter farne a meno.
        Io capisco che al consumatore questa realtà non interessi, io compro dove costa meno.
        Però il futuro senza negozi, che è già una realtà in quartieri neanche tanto periferici di Milano ad esempio, è un futuro di zone dormitorio.
        I negozi chiudono e ne fanno alloggi.
        Ogni negozio che chiude è un piccolo presidio di legalità che viene a mancare.
        Una luce che si spegne, professionalità a casa, a spasso famiglie e generazioni che chiudono.
        In un futuro così, ci saranno centri commerciali come oasi nel buio di una città morta.
        Un servizio inesistente un’attenzione al cliente scarsa o nulla.
        Vi prego di considerarlo quanto comprate su internet, su siti stranieri, quando fate 100 Km per comprare prodotti come minimo della stagione passata, magari difettati….quella è la merce che i negozi rendono a fine stagione.
        State raccattando le rimanenze non vendute dei negozi + spese di autostrada e benzina.
        Cui prodest?
        Riguardo a quanto asserisci che nonostante le copiature le griffe non vadano male, credimi di marchi se ne salvano davvero pochi.
        Basta guardare nei factory outlets, negli outlets aziendali, negli spacci camuffati, nei siti internet; con tutti questi canali distributivi nei quali la scontistica media è del 60%, capirai che razza di crisi esista nel settore.
        Le griffes vendono SOLO all’estero e solo in certi mercati (Cina,Russia,qualcosa ancora negli USA, e medio oriente petroldipendente) il resto non copre le spese di pubblicità!
        E’ vero, noi dobbiamo cercare di tollerare le fotografie, ma diamo anche un servizio aggiuntivo che nei centri commerciali, factory outlets e internet non esiste.
        Troviamoci a metà strada…
        Grazie
        Giulio.

  14. alex ha detto:

    Sono superdaccordo anchio! Sono stato caziato ache io mentre riprendevo col mio smartphone il nuovo centro commerciale bellissimo….volevo semplicemente raccontarlo ai miei amici e colleghi..risultato: ho cancellato il video davanti al tipo e non ho aperto bocca con nessuno su quanto visto. Allora? Chi cia guadagnato?…. ciao.

  15. Fiammetta ha detto:

    Ciao a tutti, sono la titolare insieme a mio marito di un negozio tanto carino, anzi proprio bello… ce lo siamo arredato come si fa con casa propria… cercando i pezzi di arredo per mercatini, scegliendo prodotti giusti, che non si trovano nella grossa distribuzione, offrendo ai clienti sempre un trattamento da gran signori… francamente a noi proprio non va bene che questo nostro concept venga fotografato e filmato nei minimi particolari perché (così ci viene sempre più o meno detto) “oooohh, è tutto così carino, meraviglioso, sublime, ma che bella idea che avete avuto…” e pippe varie del genere! Non vi passa per la mente che abbiamo (noi, come gli altri colleghi commessi, titolari di negozi/ristoranti/bar) speso tempo, energie, fatica, sacrifici, anche economici credetemi, per concepire e realizzare quello che voi state ammirando e caparbiamente volete catturare con un’immagine? Provate a mettervi nei panni di chi l’ha ideata la meraviglia che voi volete fotografare… il più delle volte poi subdolamente e furtivamente, appena giriamo le spalle… se almeno provaste a chiedere il permesso di tanto in tanto, non guasterebbe. Anziché fare una foto per farla vedere all’amica del cuore, non siete proprio capaci di “impressionarvelo” nella mente ciò che vi ha talmente colpito e condividerlo quindi con il vostro prossimo descrivendoglielo a parole, servendovi delle vostre abilità locutorie?!!!! Quanto al fatto poi che in questo modo ci viene fatta pubblicità gratuita, che ci fate una cortesia a far conoscere il brand a una moltitudine infinita di possibili clienti… non è proprio il massimo perché così ci arrivano in negozio una moltitudine di “x” che fanno perdere solo tempo. Vi sembrerò venale e dirò una ovvietà dalla verità disarmante, ma noi commercianti campiamo grazie a quello che vendiamo… Quindi “no pictures, please!”… a proposito… a chi ce lo ha chiesto per favore, non abbiamo mai negato una foto.

    • Ciao Fiammetta, comprendo la tua posizione quello che non gioca a tuo favore però é considerare il cliente Come un ” X ” Che fa perdere tempo. Hai un bellissimo negozio ma dalle tue parole traspare la “paura” che qualcuno te lo copi. Mi chiedo come mai? Le cose belle dovrebbero essere rispettosamente conosciute e apprezzate da tutti, chiedendo il permesso ovviamente.E i creatori dovrebbero sapere sempre rinnovarsi e dare quel plus che rende l’ambiente originale. Cosa ne pensi?

      • Fiammetta ha detto:

        Ciao, grazie per la tua risposta. Forse non si è compreso bene dalle mie parole chi è il Cliente “X”… è quello che entra nel nostro locale (che è una caffetteria/sala da te), fa un giro turistico, fotografa, non preoccupandosi degli altri nostri clienti, uscendo raramente risponde al nostro arrivederci e magari utilizza anche il bagno. Quanto al nostro fermento creativo, credimi, non ci abbandona mai e non ci scoraggiamo di fronte a nulla! Grazie ancora per lo scambio di pareri.

  16. Matteo ha detto:

    Tutti noi siamo ripresi ininterrottamente da migliaia di telecamere senza alcun permesso dovunque ci troviamo, e spesso a riprenderci sono gli stessi che vietano di fare fotografie.

    Il divieto di fotografare e ridicolo ed antistorico. Le motivazioni antiterrorismo o antipirateria sono patetiche. Fotocamere virtualmente invisibili oggi sono alla portata di tutti, quindi eventuali terroristi o ladri riusciranno comunque ad ottenere le loro immagini in barba ad ogni divieto. E per copiare tranquillamente basta comprare il prodotto, no?

    La verità è che questi divieti alla fine colpiscono solo le persone in buona fede come fotoamatori o blogger.

  17. Francesca Tonelli ha detto:

    Ti ho trovata tramite una ricerca su google sul perchè oggi mi hanno cazziata mentre volevo fare una foto e… complimenti, blog davvero carino!!!

  18. Omar ha detto:

    non si possono fare fotografie dentro nessun centro commerciale, tantomeno in nessun negozio a meno che tu non abbia il consenso da parte del direttore del centro o del negozio.
    Questo per svariati motivi, primo fra tutti il fatto che un centro commerciale è un’area privata, non un posto pubblico come molti sostengo, è un posto privato con un orario di apertura al pubblico.
    In secondo luogo c’è tutta una tiritera sulla privacy ecc. ecc.
    Direi che ti è andata anche bene, se il direttore del centro o la commessa o la guardia del centro si fossero impuntati avresti avuto solo due possibilità: o cancellare le foto o rischiare una denuncia penale

  19. Silvia ha detto:

    Le leggi sono fatte non solo per essere rispettate, ma anche per essere rimesse in discussione. Ciò non toglie che la buona educazione venga ancora prima delle leggi e che tra gli individui si possa dialogare in maniera civile, senza urla e parolacce.
    Quando voglio scattare una foto dentro un negozio chiedo il permesso, a volte va bene, a volte no. Aspettiamo che i signori managers si rendano conto dell’importanza di avere foto del proprio store e relativi prodotti in giro per la rete, voglio vedere se prima o poi la legge non scivolerà dalla parte dei blogger-fotografi. E’ sempre una questione economica, e il vantaggio dovrà pur venir fuori. Certo, la sicurezza, per carità è importantissima. Ma secondo voi, con i congegni di oggi, quanto ci vuole a fare una foto di nascosto? 🙂

    Complimenti per l’articolo!!!

  20. g. ha detto:

    Ciao. Il tuo articolo è molto interessante: io ho avuto un’esperienza simile ma addirittura per strada! Stavo fotografando (con una reflex) una via piena di alberi (era ottobre quindi i rami erano pieni di bellissime foglie gialle e rosse) illuminati dalla luce del tramonto, insomma tutto molto suggestivo. Solo che è arrivato un custode/portinaio e mi ha chiesto cosa stessi facendo e perchè e alla fine mi ha gentilmente mandata via, affermando che la gente che abita in quella via non avrebbe gradito foto alle proprie abitazioni!!!! Io me ne sono andata, spiegando che comunque erano foto amatoriali e addirittura non sarebbero finite sul web (le tengo per me), però ci sono rimasta un po’ male!
    Comunque ora mi si pone un problema: mi piacerebbe aprire un blog e sicuramente, per l’idea che ho in mente, mi servono foto fatte nei negozi. Non farò foto con lo smartphone ma con la mia macchina fotografica e ho paura che i proprietari/commessi non me lo permettano. Insomma per ora devo raccogliere il materiale e non ho ancora nulla online quindi come convincere i commercianti che non sono lì per taroccare ma che prima o poi queste foto saranno utili a far loro pubblicità????

    • Ciao Gabriella,
      il tuo problema è comune e purtroppo l’unica arma che puoi usare è la tua professionalità.
      Preparati magari un biglietto con i tuoi riferimenti e spiega il progetto prima di andare a scattare le foto ( eviterai di fare giri a vuoto!)
      Credo che i piccoli artigiani siano più disponibili da questo punto di vista, che i grossi marchi.
      Valuta anche l’ipotesi di fare riferimento ad eventuali unioni artigianali e/o commercianti presenti nella tua città.
      Se il tuo progetto non ha scopo di lucro non credo dovresti avere grossi problemi.
      Facci sapere come va!

  21. domenico mengoli ha detto:

    non si puo’ fotografare a piacere,specialm.sè l’articolo è creato da’ un artigiano,e sono pezzi unici!tante volte mi hanno fotografato e poi riprodotto gli articoli.ora non faccio fotografare nulla da’ nessuno..
    .il nemico è sempre in agguato!

  22. Pingback: CheckBonus: I love shopping …con il premio! | Caffeinainchiostroecaos

  23. Monica ha detto:

    Salve a tutti sono stata cazziata anch’io per aver fotografato un paio di fuseaux, pensate ero in un centro commerciale , e dato che mia figlia non era con me ho innocentemente pensato di fare la foto ed inviargliela per sapere se era proprio quello il modello che dovevo comprarle, ma la cosa più brutta è stata la maleducazione dei due commessi che mi hanno aggredita verbalmente in malo modo davanti a tutti e quando ho chiesto quale fosse la legge che mi impediva di fare foto mi hanno risposto ancora più malamente e teatrealmente di guardare a tutti gli ingressi del centro i cartelli di divieto. Io l’ho fatto ma non c’era alcun cartello che diceva vietato fotografare . Di sicuro non acquisterò mai più nulla in vita mia in quel negozio, perché se anche avessero ragione sono passati dalla parte del torto con la maleducazione con la quale mi hanno mortificato.

    • Sicuramente non ci hanno guadagnato ma, se esisteva anche solo un cartello che lo specificava, purtroppo la ragione è dalla loro parte. Ciò non toglie che per richiamare una persona ci sono modi e modi 🙂 magari la prossima volta chiedi prima … così sei anche giustificata!

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