Comprati un mazzo di followers, che poi ti do i soldi


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La frase vi suona familiare? Allora anche voi, come me avete sentito questa canzone di Dente, un simpaticissimo cantautore italiano che ho conosciuto qualche anno fa. Oggi voglio fargli un piccolo omaggio rubando e parafrasando una delle sue strofe (sempre estremamente ironicopoetiche!) per aprire un breve post sul mercato nero dei followers.

Nessuno di noi è nato ieri sotto il cavolo e il fatto che alcuni brand, vip e personaggi politici avessero un numero di fans che cresceva a dismisura avrebbe dovuto renderci sospetti. Di recente però questo argomento è salito alla ribalta e pochi minuti fa ascoltavo in radio che addirittura la più alta autorità religiosa dell’Islam ha dichiarato peccaminoso comprare followers per Twitter,Instagram e gli altri i social network.

In rete ho trovato questo articolo interessante di Michele Caivano che spiega in maniera semplice la famosa questione di  Grillo e Camisani Calzorali. In pratica si potrebbe usare la variabile temporale come metodo intuitivo per comprendere se ci sia stato o meno l’acquisto di followers. Quando si comprano dei seguaci c’è  una impennata abnorme registrata dal TwitterCounter. Posso spiegartelo con un esempio semplice semplice. Mettiamo che tu stia seguendo una dieta e che, di nascosto dal tuo dietologo, decidi di darti alla pazza gioia mangiando 10 kg di cannoli. Ammesso che tu resti vivo, dopo una settimana, quando il medico ti peserà, noterà un’impennata di 5 kg in più e, a meno che tu non sia incinto/a comprenderà che hai barato perché hai preso troppo peso in troppo poco tempo.

Questo mi sembra un buon metodo, anche se aggirabile. Basterebbe infatti mangiare un cannolo al giorno e fare un po’ di esercizio che non se ne accorgerebbe nessuno. Insomma… quasi!

Se però siete convinti e  volete darvi al lato oscuro mangiatevi tutti i cannoli che volete e affidatevi alle nascenti agenzie che vendono pacchi di seguaci per una cifra molto abbordabile e promettono risultati in pochissimo tempo come Let Us Follow.

Non vi convince? Proviamo allora con Ebay, il sito maggiormente conosciuto per comprare e vendere qualsiasi cosa.Vuoi mettere che non ci siano? Bingo! Ecco qui i risultati.

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Al modico costo di 49,90 euro (cioè meno di quello che spendo per un paio di scarpe!) potrò avere ben 50.000 nuovi, brillanti, lucidi e preconfezionati adepti. Come vedete il venditore è molto affidabile e se volete saperla tutta c’è anche la possibilità di recesso dell’oggetto.Ma non spaventatevi! Se non siete in vena di avere molta compagnia o non volete spendere così tanto  bastano 14,90€ per averne 15.000. Vi costa quanto una pizza, ma almeno sarete pieni di amici con cui condividere i vostri memorabili quote e gli scatti dei piedi su Instagram.

Sono ironica e ci scherzo sopra ma non voglio demonizzare la pratica.  Mi piacerebbe  invece che, dietro questo contrabbando, nascesse una nuova visione. Ad esempio io followers, mi faccio “comprare” a patto che, l’azienda che mi vende, mi assicuri la qualità di chi mi acquista.E, perché no, il prezzo al quale mi vendo, potrebbe anche variare da persona a persona, da brand a brand. Ma per favore: non chiamatela prostituzione sociale!

Io  per seguire una come Barbara D’Urso mi farei pagare perché ogni sua fesseria che mi passa sotto il naso mi muoiono due neuroni e il terzo lo devo ricoverare in terapia intensiva. Sono costi che sostengo! Per non parlare della psicanalisi a seguire!

Se al giorno d’oggi c’è chi viene pagato per tatuarsi un logo e diventare una icona vivente, perché gli utenti non dovrebbero venire pagati, o quantomeno, ricevere qualcosa in cambio, da chi sostengono? 

Vuoi vedere che è la volta buona che “fare il follower” diventa un lavoro?

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6 risposte a Comprati un mazzo di followers, che poi ti do i soldi

  1. Giuseppe Vitale ha detto:

    “Nascerà presto una nuova figura professionale, sempre più preziosa, richiesta e pagata. Quella del grande lettore/spettatore/ascoltatore, un professionista capace di consumare quantità esorbitanti di cultura per appagare l’ego di tutti”: l’eroe del futuro.

  2. samantagiambarresi ha detto:

    E sulle informazioni di FB si scriverà: lavora presso Follower di Barbara D’Urso!

  3. be’ ma un po’ la compravendita di follower esisteva già grazie alla possibilità di essere account sponsorizzato…di modo che twt ti mettà in prima piano fra le proposte che fa agli altri account. certo, non è proprio uguale xkè alla fine sei sempre tu che scegli di seguire l’azienda X o Y, però non è poi così diverso…

  4. Gabriele Romanato ha detto:

    Come sviluppatore posso dire che si, i bot esistono e vi sono programmatori specializzati nella loro realizzazione. Offerte simili a prezzi vari arrivano anche nelle nostre caselle di posta in forma di spam. Tuttavia, i parametri usati nell’analisi tengono conto solo dell’attività che, in definitiva, dovrebbe distinguere un bot da un utente autentico. Il problema dell’analisi di Camisani è che lui politicamente è schierato a favore del PDL da svariati anni, avendo di fatto creato il sito dell’ex premier e, soprattutto, dichiarato più di una volta la sua opinione politica. Questo rende la sua analisi inficiata dal dubbio circa la sua imparzialità, che verrebbe sicuramente accolta da un tribunale, il quale chiederebbe una perizia super partes. Ma il problema di Grillo e dei politici sul Web ed i social network resta comunque aperto, perchè in effetti un numero così elevato di utenti inattivi è altamente sospetto. Anche la gestione dei siti dei politici è quantomeno anomala rispetto al comune flusso e scambio di informazioni tra il lettore e l’autore, esattamente come avviene sul tuo sito o sul mio. Infatti i politici (ma anche i giornalisti) non rispondono praticamente mai ai commenti, compreso Grillo. Certamente questo non è un modo corretto di gestire il confronto con gli utenti, anche a livello di interazione umana. Se infatti non riesci a gestire un numero troppo elevato di commenti, o li chiudi o li limiti ad un certo numero. Comunque rispondere è un requisito base per qualunque sito. Altrimenti è solo propaganda e non reale utilizzo delle potenzialità social del Web. Grazie per gli ottimi spunti che hai condiviso. 🙂

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