In questi giorni ho tenuto per me le considerazioni sulla vicenda di Alex Schwazer, lo sportivo azzurro incriminato per doping. Ho voluto lasciare che i media e i social si scaraventassero con tutta la loro veemenza (positiva e negativa) su questo mio coetaneo, atleta olimpico e volto di un prodotto molto commerciale per ragazzi e famiglie.
In tutta onestà ho sentimenti contrastanti per lui. Provo un senso di compassione per un uomo che non riesce a reggere i ritmi massacranti dello sport system, ma provo anche indignazione nel pensare che proprio un giovane, uno che magari si sarà trovato a pensare “io quella roba non la prenderò mai!” ci sia caduto. Quello che però più mi sdegna sono le considerazioni che stanno saltando fuori sul presunto senso di inferiorità che Alex avrebbe avuto nei confronti della fidanzata Carolina Kostner, stella del pattinaggio sul ghiaccio e campionessa pluripremiata.
Mi chiedo: possibile che quando un uomo crolla non ci sia miglior spiegazione che attribuire il suo fallimento ad una fidanzata/moglie troppo ingombrante? Bisogna mettere in chiaro che più che un uomo che non sa reggere la competizione con i successi della sua ragazza il problema è un uomo che non sa reggere i suoi insuccessi personali, non accetta i suoi limiti o quantomeno la società non gli permette di viverli serenamente.
Quando siamo abituati a vedere vincere qualcuno sempre ci aspettiamo che il suo alto rendimento continui all’infinito. Una caduta, una buca, una sconfitta, sono momenti che la nostra società etichetta come ignominiosi e aberranti. Soprattutto se sei uno sportivo. E’ successo così anche per la Pellegrini, silurata appena fuori dall’acqua dai giornalisti dopo le sue non eccellenti performance.
Insegniamo ai nostri ragazzi la competitività, il raggiungere gli obiettivi, il lottare per il podio: ma abbiamo perso il rispetto dei vinti. Una lezione che un popolo di vincitori come gli antichi romani hanno promulgato attraverso le loro opere d’arte scolpendo, nei loro bassorilievi, vinti e vincitori con le stesse dimensioni fisiche.
Inoltre stiamo dimenticando sempre di più che perché ci sia un primo posto, nelle gara è necessario che ci sia anche un ultimo, che ha comunque combattuto fino alla fine.
E per Alex? Spero davvero che questo ragazzo si riprenda la sua vita, più che la sua vittoria.
Uno sportivo non si giudica dal suo numero di vittorie. Ecco uno dei motivi per cui io sono tifoso di Zdenek Zeman.