La sveglia che suona, la colazione fatta alla svelta, il lettore mp3 nelle orecchie e via, verso la scuola, verso gli amici. Salvo pochi dettagli le mattine degli adolescenti sono quasi tutte le stesse. Mentre percorri la strada che ti porta in classe, un posto che senti sicuro, che è quasi casa, le amiche si salutano, si abbracciano si scambiano frasi come ” Amore!” ” Tesoro” “Ma hai visto ieri cosa mi ha scritto quello su Facebook” ” E oggi è sabato, cosa facciamo”. E l’estate che si avvicina e dal tuo banco sogni la spiaggia, sogni il mare azzurro, immagini il tuo futuro, il tempo che verrà. E sfogli le pagine delle riviste, provi a truccarti, riempi il tuo facebook di fotografie dove sorridi, scarabocchi sul banco, messaggi da dietro l’astuccio sperando che il prof. non ti veda. Ti ritrovi nelle parole di decine di canzoni, i giorni che verranno saranno ad uno ad uno regali da scartare con sorprese a volte belle, a volte meno piacevoli. Ma sarà la vita e a sedici anni hai ancora davanti tutto il tempo per costruirla come vuoi. Melissa ti immagino così: piena d’amore e di sogni, di desideri e di speranze che si riflettono nei tuoi occhi in questa fotografia. Tante sensazioni i di luce e di vitalità che troppo presto un’esplosione ha distrutto in mille pezzi. Il tuo, il mio, il nostro Paese, che oggi dovrebbe sentirsi criminale al pari di chi ti ha ucciso, non solo non è in grado di nutrire le aspettative dei più giovani, ma non riesce nemmeno a proteggervi. Le scuole diventano così i teatri delle violenze a cui non vi abbiamo mai preparato. Ci preoccupiamo sempre di avvisarvi sulla droga, sulle amicizie sbagliate, sull’acool o sul sesso. Ma nessun genitore ha mai salutato il figlio al mattino dicendo ” Attento alle bombe”. E’ innaturale, irrazionale, angoscioso. E’ troppo lontano anche dalla più efferata crudeltà umana perché tu che non c’entravi niente con un mondo tanto sporco.
Ci dispiace Melissa. Mi dispiace davvero perché sono sicura che come tutti i ragazzi con cui ho avuto a che fare negli ultimi anni, avevi dentro di te la voglia e il potenziale per creare un futuro migliore per te e per chi ti stava attorno. Perché solo chi non ha lavorato fianco a fianco con i ragazzi di oggi dice che non avete ambizioni, che non avete speranze, che siete svogliati, annoiati e poco attivi. Al contrario, io penso che abbiate tanta voglia di fare e tanta energia che questo Paese non riesce ad incanalare, quindi preferisce sputarvi addosso, etichettarvi come ignoranti o mammoni, tagliarvi le ali prima ancora di crescere. E’ forse una colpa avere una sfrenata voglia di vivere? Non credo proprio. Non puoi avere colpe a sedici anni. Puoi avere solo una grande sfortuna: quella di vivere in uno Stato che, come disse Leonardo Sciascia, “se volesse davvero distruggere la mafia dovrebbe suicidarsi”.
Rabbia.
Il popolo italiano dovrebbe trasformare questa rabbia in sentimenti nuovi per proteggere, quantomeno, i suoi figli!