Se i Social Network mettono i bastoni fra le ruote alla politica


In pieno clima elettorale chiunque aspiri ad una poltrona di qualsiasi ordine e grado è costretto a confrontarsi con la realtà del web 2.0. Non basta più la comparsa in televisione, il comizio in piazza o l’intervista in radio per ottenere le luci della ribalta. Oggi non c’è campagna elettorale che possa distaccarsi dalla necessità di una presenza sui social network.

In Italia possiamo dire che questo aspetto è realizzato ancora in modo piuttosto confuso e fumoso. A fronte dei politici che hanno instaurato una sorta di presenza online (come Formigoni,  Alemanno e Pisapia) quando si parla di elezioni sembra che non ci sia un chiaro codice di comportamento. Twittare o non twittare!? Questo è il dilemma!

Il problema più grave può essere sintetizzato in poche parole: il politico crede ancora che Facebook e Twitter siano gli speaker corner e ciò lo porta ad una campagna di comunicazione a senso unico.

Tralasciando i flame su Twitter (ricordate il disastro di Alemanno?), l’utilizzo ai limiti della legalità delle newsletter (a Catania le mail degli studenti sono state usate impropriamente per la campagna elettorale di una candidata) e il volantinaggio selvaggio gli utenti hanno pensato di prendersi una bella rivincita.

Da qualche tempo potete seguire su Facebook gli aggiornamenti della pagina Pecore Sicule di Salvo Grillo, che lungi dal parlare di latticini e formaggi, pubblica le foto dei futuri papabili con in chiaro la loro fedina penale.

A questo progetto do il plauso di aver avuto due buone idee. La prima è l’utilizzo attivo dei social network: gli utenti possono caricare le foto nella pagina, commentare, e scambiarsi opinioni. Molti aggiungono informazioni sulle magagne dei rappresentati, magari dettagli di anni precedenti, difficili da recuperare senza la memoria storica dei cittadini.

La seconda è l’aver scelto Facebook puntando sia sull’elevato numero di utenti ma anche sugli strumenti che offre: le immagini  possono essere condivise ed in brevissimo fanno il giro del web battendo spesso la cartellonistica degli stessi candidati. E’ apprezzabile anche l’intervento di moderazione: nonostante scorra la pagina al momento non trovo linguaggio scurrile o improprio.

Attualmente i candidati non sembrano essersi mossi o essersi resi conto di questo pericolo. Intanto Salvo Grillo incoraggia i cittadini e continua il suo gioco informativo dichiarando dalle pagine di CitiZen  «Se qualcuno vede foto di personaggi poco affidabili che le mandi pure, le pubblicherò tutte». Per farlo ha messo a disposizione il suo contato Facebook.

Cosa sta succedendo alla politica italiana? Come i Social Network stanno influenzando le opinioni dei lettori? Siamo ancora tanto distanti dalle campagne di Obama, dei conteggi, dagli esperti che cercano di percepire dall’odore dei social se ci sono speranze per i loro pupilli. E’ positivo però riscontrare che l’informazione comincia a muoversi dal basso e gli elettori  assumono un ruolo meno passivo. Se tutto ciò porterà ad un miglioramento della scena politica ce lo diranno solo le urne.

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Una risposta a Se i Social Network mettono i bastoni fra le ruote alla politica

  1. @serenatudisco ha detto:

    Divertente la comunicazione politica sui social, ho lavorato con diversi politici. Ti si sviluppa un occhio molto critico, il fai da te è terribile o la scelta del farsi aiutare dal nipotino con l’iPhone.
    A volte sarebbe meglio che non aprissero l’account, soprattutto twitter arma a doppio taglio, troppe volte si trasforma in un triste ufficio stampa, e come ho scritto ieri: alcuni politici sembrano il fake di se stessi

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